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![]() MENSILE INTERNAZIONALE
DI NAVIGAZIONE |
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![]() Editoriale del numero 438
Dopo le protesteE' OPPORTUNO UN INCONTRO DI LAVOROL'assurdo modo, tutto italiano, di costituire parchi e riserve marine ha tenuto banco nell'estate su tutti i giornali quotidiani e periodici.L'allarme lanciato da «Nautica», immediatamente dopo la pubblicazione dei decreti del Ministero dell'Ambiente, era stato subito recepito dai diportisti. Molti avevano manifestato la loro adesione inviando una marea di fax in redazione e al nostro sito Internet, altri ci chiedevano di andare avanti e promuovere una raccolta di firme o pubblicare sulla rivista un coupon di protesta da rinviare firmato per far annullare i decreti in questione. La strada dell'abolizione non ci è parsa percorribile, almeno al momento, e poi ci è parso che fossero ancora troppi coloro che non si rendevano conto dell'effettiva portata delle nuove norme, che in pratica escludono la nautica da tutti i più bei luoghi d'Italia raggiungibili in barca. Purtroppo l'impatto brutale c'è stato, con l'estate, quando coloro che non leggono neanche i quotidiani, sono stati avvisati di navigare in acque proibite o addirittura per tale reato sono stati multati, e ai primi sono seguiti altri decreti e altri ancora sono preannunciati. Ci sono stati i ripensamenti maddalenini, le proteste di Ponza e di altri comuni, la rivolta di Portofino. In quest'ultima località, da parte della Guardia Costiera si sta ora applicando la linea dura, cioè quella delle multe, senza perdono, mentre in Sardegna i vari corpi di polizia a mare più che attenersi alle nuove disposizioni, visto l'atteggiamento revisionista delle autorità locali e dello stesso ente parco, cercano di far rispettare divieti esistenti già da anni e finora poco osservati. A quanto pare, chi capita con i Carabinieri è meno fortunato, perché le norme sui parchi esistono e vanno rispettate. Nelle altre località nazionali interessate dalle nuove norme ambientali, il clima è risultato più sereno e molti sono rimasti esterefatti nel trovare in zone vietatissime anche più barche degli anni scorsi. Insomma, come si poteva ragionevolmente prevedere, molte autorità non se la sono sentita di scioccare il settore con un'improvvisa pioggia di sanzioni da quattrocentomila lire a due milioni. Hanno preferito rinviare tutto all'anno prossimo, quando lo stesso Ministero dell'ambiente avrà le idee più chiare. Come abbiamo scritto a giugno, è poi prevalsa la soluzione all'italiana, senza sfracelli. Ora la situazione è questa: il Ministero si è reso conto di aver esagerato, gli enti locali sono terrorizzati dagli effetti che l'improvvisa chiusura potrà avere sull'economia delle loro città, gli operatori della nautica, della subacquea e del turismo prevedono una diminuzione del lavoro e già pensano a licenziamenti e ridimensionamenti, i diportisti si sentono scippati delle più belle mete per le loro vacanze e già pensano a crociere all'estero. È evidente che la situazione impone una riflessione generale, considerando che:
In tale ottica, tutti i comitati di protesta della Sardegna, di Ponza, di Portofino ecc. dovrebbero avere un incontro col Ministro (e con i funzionari che poi sono gli estensori tecnici dei provvedimenti) portando un documento ripulito degli eccessi della prima protesta, con richieste ponderate, che risultino di giusto compromesso tra le varie esigenze. In tal senso «Nautica» ha chiesto all'On. Mauro Cutrufo (PPI), vicepresidente all'Associazione Parlamentari amici del mare e della nautica, con delega proprio per il nostro settore, di farsi interprete delle esigenze del settore, intervenendo su Ronchi e avviando i necessari contatti per una riunione. Il Ministro, a quanto pare, ha già dato la sua disponibilità a parlare serenamente di tutte le problematiche: appena ci saranno nuovi sviluppi li comunicheremo. Questo testo, se non si riferisce al numero di Nautica correntemente in edicola, viene pubblicato esclusivamente a fini storici e le opinioni espresse potrebbero non coincidere più con quelle della Direzione e/o della Redazione di Nautica Editrice Srl
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